Il Parlamento Europeo si è impegnato a fornire nuovi spunti di sviluppo per le aziende grazie a innovazione e nuove tecnologie, anche in nome della transizione verde che sta interessando molti paesi del mondo. Per questo, l’UE ha dichiarato di essere entrati nel cosiddetto decennio digitale, ponendosi come deadline il 2030 per l’attuazione del programma.

 

Con trasformazione digitale si intende l’introduzione di tecnologie innovative in contesti organizzativi al fine di promuovere una crescita. Si tratta di un fenomeno trasversale, che interessa qualunque settore, pubblico o privato, al fine di ottimizzare i servizi, implementare la produzione e ridurre le emissioni.

 

Gli aspetti interessati da questo programma si possono così riassumere:

 

  • Intelligenza Artificiale: l’AI può introdurre nuovi servizi, alleggerendo e ottimizzando il lavoro umano, offrendo sempre più efficienza. Uno degli impegni dell’UE è, però, anche quello di garantire maggiore sicurezza, elaborando la prima proposta al mondo per regolamentare l’uso dell’AI, rendendola più sicura e limitando i rischi.

 

  • Alfabetizzazione digitale: in Europa non accenna a diminuire il numero di persone con scarse competenze digitali, e purtroppo l’Italia è fanalino di coda. Nell’epoca dell’Industria 4.0 questa lacuna può avere conseguenze disastrose, in primis per i lavoratori, che trovano sempre più difficile reinserirsi nel mondo del lavoro, e di conseguenza per le aziende, che affrontano da anni una carenza di risorse specializzate. Investire in maggiore formazione digitale permetterebbe di aumentare il tasso di occupazione, fornendo risorse alle aziende in grado di affrontare questa trasformazione digitale.

 

  • Sicurezza informatica: innovazione e protezione dovranno andare di pari passo, garantendo la sicurezza dei dati dei consumatori su piattaforme online e persino nell’utilizzo dei videogiochi. Questo settore in rapida espansione viene spesso ignorato a causa di un bias che porta molte aziende a sottovalutare il suo potenziale di crescita, nonostante fatturi decine di miliardi, ecco perché troverà spazio in questo programma.

 

  • eID: uno degli obiettivi dell’UE è creare una identità digitale europea che semplifichi l’accesso a servizi pubblici e privati in sicurezza, garantendo l’identificazione da qualsiasi paese europeo senza limiti.

 

  • Chips Act: lo scopo dell’UE è anche quello di rafforzare la produzione di semiconduttori, soprattutto a seguito della crisi causata dalla guerra in Ucraina. Più saremo in grado di produrre autonomamente, meno avvertiremo l’impatto della forte carenza iniziata già con la Pandemia.

 

  • Rilancio dell’economia incoraggiando investimenti in nuove tecnologie: l’UE ha proposto, nel corso degli anni, numerosi programmi di investimento per incoraggiare le aziende e gli stati membri a investire nel digitale.